La stagnazione economica e la recessione fanno emergere la povertà in modo evidente e pericoloso soprattutto nelle aree prive di ricchezze che soffrono di storiche arretratezze tali da caratterizzare un territorio quale risulta essere quello calabrese.
Questa nuova realtà di disagio economico in Calabria cresce in numero costante e viaggia con velocità accelerata riversando il maggiore carico di sofferenze soprattutto ai bambini delle famiglie che vivono in manifesto disagio e ai tanti anziani soli e dimenticati.
Tale situazione costringe le famiglie a vivere di stenti e in assoluta solitudine subire le tante disuguaglianze presenti nelle aree dei privilegi di Stato, che non mancano nè sono pochi.
Una simile realtà insidia inesorabilmente la coesione sociale della nostra comunità mentre si continua, con superficialità e provato disinteresse a tollerare privilegi non più sostenibili che prima o poi possono sfociare in atteggiamenti ed atti con rischi politici rilevanti per tutta la comunità nazionale.
E’ compito di ognuno di noi operare per evitare tali rischi, pertanto è urgente unirsi per gestire il problema della povertà come reale emergenza della Calabria di cui deve farsi carico la politica,le istituzioni democratiche e le forze di rappresentanza sociale a tutti i livelli.
E’ un impegno che chiediamo in primis al Governatore On. Mario Oliverio in quanto interlocutore deputato ad avviare un tavolo di lavoro con i vari soggetti di rappresentanza sociale finalizzato a trovare radicali ed urgenti soluzioni.
Da parte nostra sollecitiamo iniziative ed atti qualificanti rapportate alla straordinarietà del caso e un metodo innovativo di confronto con soggetti come” l’Alleanza per la Povertà”, di recente costituzione nell’ambito del Terzo Settore Calabrese, diversificando dal passato la logica di distribuire – quei pochi -fondi disponibili a pioggia mentre reclamiamo un accurato monitoraggio di selezione dei bisogni che determini le priorità per ricercare fondi e strumenti favorevoli a superare la povertà, senza perdere ulteriore tempo mentre assistiamo inesorabilmente all’aumento dei poveri e al moltiplicarsi delle loro sofferenze.
Infine riteniamo sia utile potenziare e mettere insieme soggetti come la Caritas, Banco Alimentari onlus, i Comuni, le Fondazioni, il mondo del volontariato e la Regione per sviluppare quelle occasioni atte a tamponare l’emergenza attuale, ma certamente non rapportabili a sconfiggere quei paventati rischi politici di stabilità civica sopra citati ne la povertà esistente.
Combattere le disuguaglianze e l’illegalità allo scopo di far sopravvivere la democrazia in una società libera, solidale e democratica è dovere di ogni cittadino.
Noi restiamo sempre più convinti che le disuguaglianze sono la causa primaria dello scollamento della coesione sociale e restano la concausa della mancata partecipazione attiva dei cittadini alla vita democratica delle comunità. Inoltre siamo consapevoli che esse impediscono la crescita della cultura del tanto agognato “Bene comune” che invece resta indispensabile per l’ampliamento della democrazia ed il progresso civile delle persone.