L’Università delle Generazioni intende ricordare e a suo modo celebrare la ricorrenza dei primi cinquanta anni dallo sbarco umano sull’unico satellite della nostra Terra rendendo omaggio pure a nonno Andrea Battaglia (nato a Badolato di Calabria il 25 marzo 1954 e fin da giovanissimo diventato lombardo di Calolziocorte, in provincia di Lecco, assieme ai suoi quattro fratelli).
Come tantissimi ragazzi, Andrea ha vissuto, felicemente e semplicemente, infanzia e prima adolescenza sulle rive dello Jonio, un mare che più di altri sa esaltare e riverberare, moltiplicandola, la luce del sole e della luna e persino delle stelle, pure attraverso gli antichi miti. Andrea è, quindi, un “marinoto-nato” … ovvero un essere privilegiato che si è nutrito minuto per minuto di questa luce, dei colori e delle suggestioni che la sottendono. L’ambiente fa l’uomo! E in gran parte è vero, salvo eccezioni e condizionamenti imposti.
Infatti, finita la scuola media, Andrea venne cortesemente “deportato” in Lombardia dalla “Freccia del Sud” il lungo serpentone delle Ferrovie dello Stato fatto apposta allora (come tanti altri treni dai nomi allegri, fantasiosi ed evocativi quasi fosse una gita scolastica) per strappare al profondo meridione italiano “le meglio gioventù”. Infatti, intere generazioni furono costrette ad abbandonare i luoghi natii per “fecondare” (come afferma oggi il filosofo Salvatore Mongiardo, per gli effetti e gli affetti collaterali di ogni migrazione) regioni spesso inospitali per clima, natura, cultura, antropologia e sociologia.
Allora c’era pure il “Treno del Sole” che, in verità, il sole se lo lasciava definitivamente a casa, al sud, poiché il lungo serpentone era abilitato unicamente a (de)portare quotidianamente al nord padano soltanto “gente nata tra gli ulivi … gente che va a scordare il sole” come evidenziava nella canzone “Il treno che viene dal sud” nel 1967 Sergio Endrigo (purtroppo anche lui poco gradito in una certa Italia come quasi tutti i profughi “veri italiani” provenienti dall’Istria nel dopoguerra).
Da lungimirante profeta quale era, Endrigo già allora nel 1967 aveva previsto con l’ultima frase della canzone il drammatico destino della nostra nazione quando dice: “Dal treno che viene dal sud discendono uomini cupi che hanno in tasca la speranza ma in cuore sentono che questa nuova bella società non si farà, non si farà!” (https://www.youtube.com/watch?v=GC6xAvfdvD4). Sud tradito anche al nord?!?…
Andrea non lo lascia intravedere (taciturno e riservato come è di natura), ma si sente un uomo del sud tradito e bistrattato anche al nord. Ah se non fosse per l’antica saggezza e sopportazione mediterranea! … Chissà quanta amarezza ha provato Andrea quando ha saputo dalle cronache giornalistiche che nel dicembre 2011 (quasi 8 anni fa) sono state aboliti definitivamente dalle Ferrovie di Stato i percorsi diretti Nord-Sud e viceversa. E, addirittura, senza avere nemmeno una linea ad alta velocità, ferma (chissà perché?) proprio a Salerno, nella cui provincia, guarda caso, c’è Eboli dove – secondo il torinese Carlo Levi – Cristo si sarebbe fermato, ma non si sa ancora se proveniente da sud o da nord!… Ma Cristo non era uomo del sud estremo? Si deve essere fermato risalendo la Penisola, spaventato da chissà che cosa! Eh, pure Cristo aveva le sue lune!
Dunque, Sud tagliato fuori dal resto di un Paese che avrebbe dovuto essere sempre più unito fin dal 1861. Sud, in pratica, tagliato fuori anche da un’Europa indecifrabile più ancora degli stessi governi italiani che si sono succeduti negli ultimi 158 anni, aberranti e totalmente persi (e il peggio si sta preparando ed arriverà presto)!… E invece … viviamo in un’Italia disunita, smembrata sempre di più e così tanto da non essere più un vero Paese. E si sente! Sud sedotto e abbandonato, sud spremuto come uno dei suoi limoni fino all’ultima goccia! Un limone utilizzato per la “grande abbuffata” di qualcuno.
Quanti Andrea Battaglia adesso sono diventati nonni o addirittura bisnonni lungo i fiumi del nord, ma quasi sicuramente avrebbero preferito, in buona parte e in buona sostanza (visto e considerato poi come è andata), vedere crescere le proprie nuove generazioni accanto alle loro tormentate fiumare! Più umili e poveri, ma più liberi. Più sé stessi! Uomini e ulivi non sono adatti a vivere ovunque. Ma a dare manforte agli sfruttati e derisi, maltrattati e umiliati interviene (per etica matematica e naturale compensazione) la dignità ed il futuro delle generazioni. Si fa buon viso a cattivo gioco e si deve lasciare intendere che si è vista veramente la luna nel pozzo e che le lucciole sono veramente lanterne. Si sta al gioco dei secoli e alla ruota della vita. Prima a me poi a te, inesorabilmente!… Tutti perdenti, in fondo in fondo e alla lunga!
Oggi, dopo aver visto la luna nel pozzo come tanti altri, nonno Andrea guarda da Calolziocorte la luna vera, quella del cielo, che si appresta ad una ennesima eclissi con la terra. E deve spiegare alla nipotina Giulia (di appena cinque anni) il come ed il perché di tale fenomeno che anticamente spaventava i popoli mentre adesso è un emozionante spettacolo della natura. Anzi, di più, deve spiegarle quasi come una favola che proprio cinquanta anni fa c’è stato un uomo proprio sulla luna, così lontano da Calolzio dove, proprio cinquanta anni fa, è approdato nonno Andrea. Nonno Andrea è un altro tipo di astronauta! Il migliore!
Giulia è nella deliziosa età dei tanti “perché?” cui nonno Andrea, a volte, fa fatica a rispondere, poiché alcune di queste domande sono sì innocenti e spontanee ma sempre più spesso troppo ponderose da spiegare adeguatamente ad una bimbetta. “Ai bambini bisogna sempre dire la verità!” raccomanda alla figlia Debora. Così come nonno Andrea, quell’uomo venuto dal sud, forse non potrà mai far capire alla nipotina nata al nord che la luna somiglia proprio al nostro sud o ai sud dei sud del mondo, perché come la luna il nostro sud è satellite di un regno visibile ed invisibile del nord. Il Nord globale, rispetto al quale la stessa intera Italia rischia di diventare sud snobbato e perdente. Sarà arduo farlo capire, anche davanti ai libri di storia, quella ufficiale, quella che solitamente scrivono i vincitori. Infatti c’è persino chi dubita che l’uomo sia andato sulla luna! … E forse c’è da crederci visto e considerato come va una parte del mondo!…
Potrà mai far capire a Giulia che l’astronauta Neil Armstrong, primo uomo “conquistatore” della luna, un po’ somiglia al nostro “eroe dei due mondi” Giuseppe Garibaldi, uomo conquistatore o primo traditore del nostro sud?… La vita al nord corre velocissima e le parole di nonno Andrea (troppo sagge per l’incosciente modernità che si autocelebra con i sempre più ambizioni grattacieli dei centri direzionali e con gli illusori boschi verticali) cadono nel vuoto come quelle di tutti i profeti di ieri e di domani. Quasi come a Babilonia.
Andrea Battaglia è a nord ma, paradossalmente, abita proprio in “quel ramo del lago di Como che volge a mezzogiorno…” (A. Manzoni – I promessi sposi – incipit) … Sud, mezzogiorno, meridione … Davanti agli occhi di Andrea c’è sicuramente l’onda di quel ramo del lago di Como che, proprio a Lecco – Calolzio, volge a mezzogiorno … ma nel cuore di Andrea c’è ancora l’onda limpida e mitica del suo mare Jonio. Ma “A sud delle cose” (come dice il poeta Pasqualino Bongiovanni) si trova un altro sud e poi un altro sud ancora. Si è sempre a sud o a nord di qualche altro. Spesso persino di sé stessi! E’ il necessario riequilibrio del mondo?
Pure per questo, tra i tanti commenti dei voli spaziali e della cosiddetta “conquista della luna” da parte degli Americani e la disfida con le altre potenze mondiali, abbiamo letto o ascoltato coloro i quali avrebbero preferito si fossero spese tutte quelle ingentissime risorse di uomini e mezzi per sconfiggere la povertà, arginare le malattie e le ingiustizie. Insomma, un mondo migliore! E’ vero che la pur arida luna ci ha donato nuove tecnologie, ma l’umanità è purtroppo peggiorata nell’epoca dei viaggi spaziali. Etica o conoscenza? … Prima o poi nonno Andrea lo spiegherà alla nipotina più in là quando sarà in grado di comprendere i grandi interrogativi della vita umana e della Storia!… Chissà se Giulia vedrà un modo migliore?!?…
Intanto, nonno Andrea la sta coltivando con molta attenzione e, accortosi che il racconto sull’universo incanta la nipotina Giulia, le ha comprato “Il mio cofanetto Montessori di astronomia”. Chissà che, appassionandosi allo studio e alla conoscenza del firmamento, Giulia non diventi veramente una grande astronoma … o magari un’astronauta … o una scienziata da premio Nobel, benefattrice dell’umanità!
Andrea ha acquisito ormai l’accento padano nella sua voce, ma ama usare ancora parole del sud, concetti del sud, sentimenti del sud. Evidentemente, in cambio del suo lavoro, il nord gli avrà pur dato tutto o quasi per sopravvivere piuttosto dignitosamente, ma, ad una certa età, è essenziale vivere di autenticità e verità ed è importante riprendersi almeno un po’ di infanzia e qualche valore di pregio che il frenetico nord non può riuscire a dare, suo malgrado, oppure ha dimenticato rovinosamente.
Per questa sete di verità, autenticità e di amore, solitamente i nonni sanno essere dolci, teneri, pazienti e accondiscendenti con i nipotini … amano ritornare loro stessi bambini, poiché l’infanzia è lo scrigno dalla felicità e, dopo tanta superba prosopopea ultra-modernista e globale, un bagno nel piccolo mare dell’umiltà e dell’infanzia può far molto bene. E, in particolare, quella dei nonni è l’età giusta per travasare verità e sentimenti alle proprie nuove generazioni, quali è difficile travasare quando si è ancora travolti dal quotidiano. I nonni hanno i tempi soavi della luna e come la luna giocano ad un nascondino tutto loro!
Andrea (forse non dovremmo dirlo) ha lacrime segrete che non può far vedere a nessuno, né condividere con alcuno. E allora le fa vedere alla sua luna … che è la stessa luna jonica della sua terra, messa nel silenzio del suo remoto sud ma non sottratta alla propria mente e alla propria anima. Il sole padano non è lo stesso, ma forse la luna sì. E allora Andrea ha acquistato un’apposita macchina fotografica capace di vedere da molto vicino persino i piccoli crateri e quell’aridità che vorrebbe fotografare pure negli esseri umani.
Quando Andrea, cinquanta anni fa, ha preso la “Freccia del Sud” per andare a vivere per sempre al Nord, la luna c’era ed era piena quella notte, quasi a voler confortare e seguire quell’umanità costretta a lasciare la propria terra. Oggi altra umanità è costretta, in un modo o nell’altro, a scappare dalla propria di terra, resa invivibile da un groviglio di egoismi e di violenze visibili ed invisibili. Implacabili. Disumane … “Se questo è un uomo”… direbbe Primo Levi.
Sul Mediterraneo o lungo le altre rotte dei migranti della globalizzazione la luna è sempre la stessa ed accompagna i barconi nel miraggio d’Europa o i lunghi e stremanti cammini nella speranza degli impenetrabili States-fortezza. Ma l’America del sogno americano non sa sognare alla luce della luna, trafitta dalla sua bandiera 50 anni fa. Sembra insensibile alle vicende umane, belle o brutte, la luna … ma non è vero! … Pure la luna ha una sua anima. “All’anima della luna!”… ha mai sentito dire o imprecato Andrea?
Cinquanta anni fa, tre astronauti andavano verso la luna, mentre Andrea e i suoi fratelli andavano verso un’altra luna, quella verde e padana. Qui hanno adattato le loro vite, anche coniugando i loro destini lontani con quelli vicini. Così, per la loro seconda e terza generazione, il sud lasciato da genitori, nonni e bisnonni è a malapena e soltanto un vago riferimento, una flebile eco o il luogo di una vacanza sempre più rara, poiché il mondo ha orizzonti più grandi da conoscere ed intraprendere. Ed ecco che ancora una volta la globalizzazione ci allontana dal sud con i suoi miraggi e le sue lune nel pozzo e le sue lucciole per lanterne.
Andrea con i suoi potenti teleobiettivi (alcuni dei quali riesce ad utilizzare sotto la superficie del mare per scoprire un altro tipo di vita e di mondo da mostrare alla nipotina Giulia) cerca spesso di rendere vicinissima la sua luna, probabilmente una copia di quella più vivida del suo ex-sud. Ma a nonno Andrea non servono super-obiettivi per un’altra vicinissima Luna, la piccola Giulia, che ogni mattina accompagna alla scuola materna, dove va a riprenderla nel pomeriggio, dedicando a lei ogni possibile momento per travasarle ciò che va travasato tra le generazioni, etica e conoscenza, buon esempio e lungimiranza. Amore, soprattutto!
Ed evitando sempre di perdere tempo prezioso, Andrea si preoccupa di riempire come può, con i suoi interessi culturali (primo tra tutti la catalogazione delle sue innumerevoli foto), le ore rimaste a sua disposizione dedicandosi alla sana aggregazione con familiari, parenti ed amici e a quel po’ di volontariato che riesce ancora a fare, dopo quel tanto che ha fatto per quasi una vita. Tenacemente. Amorevolmente.
Infatti, Andrea vorrebbe stare ancora sulle ululanti ambulanze del volontariato per portare soccorso persino sull’altra parte del lago di Como, quella ritenuta “nobile” o più esclusiva. E’ accaduto spesso, a chilometri raddoppiati. Nottate faticose ma epiche e gratificanti per lui che, appena dopo l’alba, doveva comunque correre allo stabilimento per la sua consueta giornata di lavoro, dormito o non dormito.
Andrea vorrebbe, vorrebbe fare un’infinità di cose per il prossimo, per la sua comunità. E’ un generoso, un altruista nato (come sanno essere spesso quelli del sud dal grande cuore) … ma non ha più il ruggito del leone della Magna Grecia, non ha più le forze per rispondere adeguatamente ai suoi tanti etici desideri. Così, le forze che gli restano, nonno Andrea preferisce dedicarle alla sua unica nipotina Giulia, alla sua piccola Luna, sperando che questa sua piccola Luna cresca (come si dice ancora nel suo dimenticato-indimenticato sud) e possa “andare avanti come e più del sole”! – stop –