
Presso la terrazza culturale dei musei la poetessa e scrittrice Alessia Murgi ha presentazione il suo libro “Rumori di mosche e Campane”ediz. EllediLibro . Interagendo con i presenti sulla terrazza culturale sui ricordi che ognuno porta con se di questo affascinante e antico borgo , ha detto la scrittrice, sono emerse tante parole che messe insieme hanno formano un mosaico di amore, ho provato una forte emozione, un vero quadro di ricordi, le stesse che sono racchiuse e custodite nel mio libro. Parole come: ”Mi sento protetto da queste vecchie e benedette pietre di Cirò; Ride, umoristica, la città, mentre, adagio, gli artigiani ne forgiano la cultura e le tradizioni; Paese unico per la scienza grazie a Luigi Lilio, a Giano Lacinio, a Gianteseo Casoppero; Paese che sa di vino doc; È origine e destino; È mare e poi radice di radici. È albero; È vento che bussa alle porte della chiesa S. Maria de Plateis, nella piazza silenziosa; È nostalgia della gioventù passata; È la libertà di decidere di rimanere; È la brezza dolce che semina i profumi di una natura selvaggia; È magia e incanto; È bellissima ed è poesia; È prima mamma e poi nonna; È famiglia, E’ ruga, E’ tradizione, E’ castello silenzioso, e’ la grandezza del nostro Santo Nicodemo Abate che ci veglia dal Portello. Queste e tante altre esclamazioni fanno del mio libro il tesoro del tempo mai passato che ritorna nella mente di ognuno di noi. Ci tenevo tantissimo a presentare questo mio libro qui nella mia terra dove vive la mia famiglia è un momento di condivisione con loro e stasera anche con voi , forse perché ora mi sento un po’ nomade ha detto la scrittrice- la mia famiglia vive al nord dove mia figlia spero un giorno possa conoscere la mia amata Cirò e anche il dialetto cirotano. Il mio è un racconto intriso di tante pennellate colorate di racconti e ricordi dove in ogni storia chiunque di voi ci si può ritrovare. Le vostre famiglie i vostri ricordi , i vostri rumori e odori impressi nella nostra e vostra memoria, come il rumore del mare, del vento , della natura, che ho ricercato nei miei 33 anni di vita vissuta tra Cirò e Velletri dove oggi vivo. Cosi la scrittrice descrive il suo libro: “Campane e mosche possono voler dire festa o morte. Sanno contemporaneamente di decomposizione e di vita. Queste due forze contrastanti vivono in ognuno dei 36 racconti che compongono la raccolta “Rumori di mosche e campane”. Ogni racconto è come un seme, il primo dito sulla mano di un embrione che non nascerà mai, ma tutti insieme sono come il circolo vizioso di un nastro adesivo che nasconde il margine del principio. Bisogna cercare e cercare, intuirlo con i polpastrelli, fino a scovare l’inizio dal quale srotolare via tutte le verità che nasconde. Sono storie prosegue- che sanno di famiglia, di incontri, di attese, di speranze, di fiori e vite recise, di malinconie. Sanno di mare, di foglie, di centri di accoglienza, di volti, di ricordi e di infanzia. Rumori di mosche e campane è un libro che procede per intermittenze, singhiozzante, fatto di lacrime, allucinazioni e lampi di gioia. Non si tratta di racconti coesi, quanto piuttosto di poesie in prosa, pennellate che creano immagini. Tra i tanti quadri dipinti dalle descrizioni, alcuni ritagliano gli scorci della vita familiare dell’autrice, figlia di genitori cirotani, emigrati a Roma negli anni ’80. Cirò e i suoi paesaggi fanno, dunque, da sfondo ai diversi personaggi che parlano in dialetto e sanno di ricordi”. Alessia Murgi è nata a Velletri da genitori calabresi, traduce nel suo acido deossiribonucleico lo spirito della Magna Grecia. Ha vissuto in Irlanda e in Argentina, per poi approdare in Catalunya inseguendo l’amore. Insegnante di letteratura e di italiano per stranieri, ha lavorato nei centri di accoglienza per richiedenti asilo politico e in istituti volti alla promozione della lingua italiana all’estero. Grazie di cuore- conclude la scrittrice Murgi- a chi mi ha accompagnata: Francesco Marino e Valerio Morelli, al sindaco Mario Sculco e all’assessore Salvatore Giardino che mi hanno ospitata, a tutte le persone presenti, a chi si è commosso, a chi non lo ha fatto, a chi mi ha portato dei fiori, a chi ha voluto una dedica, a chi condivide con me i miei rumori e li ha riconosciuti. Grazie per questo ricordo che racconterò a mia figlia”- ha concluso la brava scrittrice e poetessa cirotana.
