Sabato 24 gennaio si è tenuto il 2° incontro interculturale, promosso dal gruppo LaAV, intitolato “Integrazione: figli di un viaggio tra persone e storie”. Durante la manifestazione le lettrici LaAV hanno proposto letture tratte da “Terra di andata” e “Vivere per addizione” di Carmine Abate, “Mare al mattino” di Margaret Mazzantini, “La musica sveglia il tempo” di Daniel Barenboim, “Il Viaggio” di Baudelaire, “Pancreas” di Giobbe Covatta, “Gli emigranti” di De Amicis. La piccola Margherita Parrilla ha chiesto di poter partecipare all’iniziativa affiancando le lettrici Gina Sgro, Rosa Caruso, Maria Puleo, Dina De Marco, Lucia Sacco, Virginia Marasco, Maria Teresa Calzona e Mariapaola Ierise. Le letture hanno disegnato un quadro dell’emigrazione italiana fin dai primi anni del ‘900, da quando gli italiani partirono per l’America del sud, passando all’emigrazione negli Stati Uniti e in Germania. Tante le storie raccontate che, partendo dall’emigrazione degli italiani, si sono poi concentrate sull’immigrazione nel nostro Paese.
Alle letture è stata affiancata la proiezione di video, tra i quali quello della canzone “Lampedusa”, brano di Fulvio Cama che ha ricevuto il premio per il miglior testo al Gran Premio Manente. Il pubblico, coinvolto e interessato, ha poi assistito alle testimonianze da Albania, Nigeria e Ucraina degli ospiti invitati a raccontare la propria storia. Fatbardha Kola, ragazza albanese che in Italia si fa chiamare Barbara per semplicità, ha raccontato di aver provato per tre volte a lasciare il suo paese afflitto dalla guerra. Oggi ha 26 anni, è laureata in diritto internazionale e lavora in uno studio legale. Ha lasciato l’Albania, da sola, a soli 12 anni e quando riuscì ad arrivare in Italia fu portata in un centro d’accoglienza dove rimase da sola per nove mesi. Elena, che viene dall’Ucraina, ha raccontato la difficile decisione di lasciare il suo Paese in grave crisi economica, dopo aver perso il lavoro.
L’altra testimonianza è stata quella di un ragazzo nigeriano minorenne che ha scelto il nome d’arte di Efizzy, che ha raccontato della sua passione per la musica. Efizzy, che parla solo inglese, con l’aiuto della lettrice Mariapaola Ierise che ha tradotto la sua testimonianza per il pubblico, si è soffermato su come è riuscito a realizzare da solo il video della sua prima canzone e sul fatto che spera di poter fare della musica la principale occupazione della sua vita. Olga Kisseleva, presidente dell’associazione culture Italia Russia e medico di Cariati, è intervenuta a testimoniare il percorso dell’integrazione senza mai perdere di vista le proprie radici, con un intervento a tratti commovente durante la lettura di due poesie. “Il filo conduttore del’iniziativa è l’invito alla conoscenza dell’altro per l’abbattimento dei pregiudizi, la creazione di rapporti di relazione autentici nel rispetto dell’altro inteso come persona, gruppo sociale o popolo. Solo così ci può essere integrazione” dice Gina Sgro, coordinatrice del gruppo. L’incontro si è concluso con l’esibizione di tre ragazzi nigeriani che hanno cantato dal vivo una canzone composta di cui sono gli autori. Un secondo incontro che seguendo le tematiche del primo ha aperto un’ulteriore finestra sul mondo dell’immigrazione e sugli aspetti umani e sociali che probabilmente, come ci hanno dichiarato i responsabili della LaAV, sarà seguito da un terzo e forse ultimo incontro sul tema non più dell’immigrazione, ma dell’emigrazione.