
Il mio discorso in qualità di Consigliere del CGIE alla cerimonia commemorativa di organizzata dal Consolato generale d’Italia presso il Cimitero Militare d’Onore italiano di Amburgo Ojendorf, Domenica 9 novembre alle ore 11,00.
Illustrissime autorità, gentili Signore e Signori, cari amici,
eccomi nuovamente in questo luogo della memoria, del silenzio e della riflessione per rendere omaggio a 5.839 vite italiane spezzate da un sistema in mano a gente senza scrupoli e che voleva essere un modello da imporre al resto del mondo…..
Uomini e donne che hanno attraversato la guerra, la prigionia, i lavori forzati e che qui, nel suolo di Öjendorf, sono stati seppelliti per trovare riposo.
Con queste corone, non portiamo solo fiori, discorsi ed inni…..ma portiamo altresì il peso e la luce di una memoria che non deve svanire e la gratitudine per i valori che ci hanno trasmesso…….e che dovrebbero essere monito per non ripetere le brutture del Nazismo.
Ogni nome inciso su queste lapidi è un frammento di dignità, di dolore, di suppliche, di tristezza, di rassegnazione, e per chi ancora credeva, la speranza di andare a raggiungere la pace eterna…….
Ogni tomba è un ponte tra passato e presente, tra dolore e speranza.
Inchinarsi qui significa riconoscere il valore della pace, il dovere della memoria, la forza della solidarietà tra i popoli.
Che queste corone siano un gesto semplice, ma profondo. Un segno di condanna per quanto altri hanno barbaramente commesso. Un segno per costruire ponti, non muri.
Purtroppo, devo constatare che attualmente sul nostro pianeta ci sono circa 59 conflitti attivi ed oltre 92 nazioni direttamente o indirettamente coinvolte.
Le vittime registrate nel 2024 si stimano almeno 233.00 e gli sfollati più di 100 milioni.
Qui non posso che citare il grande filosofo tedesco Friedrich Hegel: “L’uomo ha imparato dalla storia che l’uomo dalla storia non ha imparato nulla”.
Volutamente, nel mio discorso ho tralasciato un’analisi politica di questo preciso momento storico, non intendo ingrassare la tifoseria degli schieramenti di parte ma vi leggo, come ogni anno, una mia poesia.
GLI IMBECILLI NON HANNO MEMORIA
Le urla di dolore
Adesso come allora
Non hanno età
Non hanno colore
Per cancellare
Lo sguardo di bimbi
Le lacrime dei vecchi
I lamenti di chi soffre
Non basta guardare altrove
Né la pietà che asciuga le colpe
Se il cuore si ostina
A sentire degli altri il dolore
Alla mente non serve trovare parole
Per esprimere il silenzio di chi allora
ha taciuto…
Giuseppe Scigliano
9 Novembre 2025




