Nei locali della Capitaneria del porto, alla presenza del Sindaco di Cariati, Filippo Sero, il presidente della GAC, Cataldo Minò, ha invitato le cooperative dei pescatori, gli imprenditori ittici e tutti i capibarca di Cariati, per illustrare i bandi creati per migliorare le loro condizioni di lavoro. Ciò perchè la morsa della crisi, che ha colpito il nostro territorio, si è fatta sentire ancora di più nell’attività ittica della marineria cariatese, un tempo molto redditizia, e oggi sta accusando l’esodo migratorio dei propri addetti ai lavori. Per cui notiamo che molte barche sono state tirate a “secca”, altre invece i proprietari le stanno vendendo, perché non riescono a gestirle economicamente, per l’assenza di manodopera, per cui la “ciurma” non riesce a formasi, per poter impostare un certo tipo di pesca remunerativo.
Il Gruppo di Azione Costiera ed i Borghi Marinari della Sibaritide, ritenendo inconcepibile che, con le agevolazioni e gli incentivi che lo Stato e l’Unione Europea ha approntato, per questa classe operaia che s’identifica, anche, col territorio delle coste calabresi, si rischia di farla scomparire. Quindi, il GAC per venire incontro ai pescatori rimasti fedeli alla loro professione, in collaborazione con la Regione Calabria, ha programmato dei bandi che mirano a favorire una integrazione al loro reddito familiare, attraverso la diversificazione dell’attività tradizionale della pesca, come la pescaturismo, l’ittiturismo e l’acquacoltura, che creano un valore aggiunto ai prodotti della pesca. Le misure del bando, prevedono un aiuto pubblico a fondo perduto, pari al 60% dell’investimento. I pescatori presenti al convegno, sono intervenuti per ribadire che riconoscono l’utilità di questi incentivi, però sono dubbiosi sul fatto che le banche, con questa crisi in atto, non concedono i crediti per anticipare il restante 40% a loro carico. I capi barca chiedono, pertanto, che gli enti territoriali si facciano carico per agevolare questi prestiti.