Una pubblicazione che parlasse e ricordasse il piccolo territorio del villaggio Sant’Anna di Isola Capo Rizzuto mancava davvero nel panorama della letteratura locale. Per fortuna a questa carenza ha supplito don Edoardo Scordio, parroco di Isola e Sant’Anna, con un agile e piacevole, a leggersi, opuscolo dal titolo semplice e immediato: “La contrada di Sant’Anna – la storia, il territorio, la festa”. Il libro edito dalle Edizioni Misericordia si avvale anche della preziosa collaborazione dello scrittore Costantino Spagnolo per quanto riguarda testi e ricerche e di Enzo Spagnolo per l’impaginazione e la grafica. Un libro che sicuramente serve ai residenti del villaggio ma anche a studiosi e ricercatori o solo curiosi perché reca in sé l’obiettivo, dichiarato dallo stesso don Scordio nell’introduzione, che è quello di “aiutare a non dimenticare”, e non solo, chi lo legge può essere spronato “ad alimentare speranza e far emergere sempre nuove risorse a favore della comunione e del benestare di tutti.” Costantino Spagnolo nella sua prefazione si chiede “ a che può servire scavare nel passato quando il presente sta crollandoci davanti ai nostri occhi?” E serve si, perché “il passato, in quanto conoscenza del vissuto, diventa luce che illumina il presente e lo orienta verso il futuro.”Al futuro delle giovani generazioni serve sapere, acquisire, metabolizzare e riportare quanto il parroco isolano è riuscito a scovare e scavare per riportare alla luce. Reperti archeologici ricordano la presenza di un edificio sacro magnogreco sito in quest’area e intorno all’anno Mille la presenza di un santuario rurale, di rito greco allora, dedicato alla nostra Sant’Anna, da sempre patrona della maternità, delle partorienti e della fecondazione. E nei dintorni, 1145, il monastero di San Giovanni di Massanova. La vecchia chiesetta di Sant’Anna continuò la sua vitalità da feudatario in feudatario fino all’eversione napoleonica del 1806. E nel frattempo, alla “chiesola”, diruta dal terremoto del 1744, si sostituì un nuovo edificio voluto dall’arciprete Francesco Antonio Vajanelli. Scorrendo poi le pagine del libro, il lettore scopre la particolare vicinanza della gente arbresce tanto devota alla Mamma di Maria e ciò deriva dal fatto che l’ icona “una volta si trovava in un’antica sacra edicola nel territorio di Pallagorio, di proprietà del barone Giuranna” di Umbriatico. Così fu detto, proprio il 26 luglio 1882, al vescovo del tempo Luigi Maria Lembo.
La gente di Carfizzi, Pallagorio, San Nicola dell’Alto e di altri centri albanofoni, nonostante non avesse più l’immagine in casa, continuò il pellegrinaggio verso la nostra Sant’Anna, “la loro patrona, per onorarla con rito albanese, con canti e preghiere”. Al di là dell’importante ed edificante presenza della Santa, forse e senza forze i più sanno che questo villaggio, piccola terra di Cutro e Isola, è sorto agli inizi degli anni ’50 per effetto della Riforma Agraria e realizzato dal consorzio Opera Valorizzazione Sila, come si diceva fino a qualche anno. Sorse, quindi, un piccolo agglomerato per le prime 150 famiglie di quotisti, i contadini che avevano ottenuto le terre incolte ed espropriate ai baroni, che viveva la giornata attorno alla chiesetta che fu affidata alle cure spirituali dei Frati Francescani Minori soprattutto provenienti dalla Missione veneta. Le pagine che seguono è storia di oggi, di una piccola comunità sempre viva, vivace ed anche culturalmente se si pensa che negli ultimi anni è stato anche organizzato un premio letterario “Incontro con la poesia” e due edizioni de “Il pettirosso”. Storia di oggi che fa incontrare la quotidianità sant’annese con le problematiche di integrazione di extracomunitari e profughi ospiti del vicinissimo Cara,(centro di accoglienza) e con i pro e i contro che derivano dalla presenza dell’aeroporto Sant’Anna – Pitagora, dall’invaso del Consorzio di Bonifica e dalla neoclassica Villa Margherita, ampio giardino botanico con residenza nobiliare. E poi, ancora, don Scordio non poteva tralasciare di ricordare “alcune persone con particolari talenti che meritano di essere menzionate e tenute ad esempio da imitare per il grande contributo socio-culturale apportato alla crescita dell’insieme”: l’artista Peppino Stillitano, la maestra vibonese Caterina Stanganelli, “la regina della pasta di casa” Pina Togo Milone, l’animatore sportivo Rocco Leone al quale è dedicato il locale campo di calcio, il carissimo Totò Tassone da Nardodipace ed altri. Il libro, corredato da belle immagini e dal diario della festa patronale, è stato presentato, nei giorni scorsi, nella piazzetta del piccolo borgo davanti ad una nutrita e qualificata platea. Ne hanno parlato lo stesso don Scordio, l’assessore comunale alla Cultura, lo scrittore Costantino Spagnolo, la giornalista e scrittrice Lucia Bellassai, il poeta Filippo Scalzi, Enzo Cavarretta del Comitato Sant’Anna e chi scrive questa nota.