Vorrei rivolgermi, sotto forma di allocuzione, a quei quattro amici ”scippecchjànti” – non me ne vorranno – sconsideratamente promotori di una petizione il cui unico intento era ed è la salvaguardia del sito di Madonna di Mare: tale sito comprende torre del XVI secolo, chiesa di Madonna di Mare, i cosiddetti ”mercati saraceni”, e, particolare non adeguatamente sottolineato, il paesaggio circostante e la veduta che ne deriva. Si può salvaguardare un panorama? Sì che si può, per quanto la visione sia già macchiata dal pontile e dallo stabilimento industriale che insiste in piena area archeologica, a latere di ciò che dovrebbe costituire l’istituendo ‘parco archeologico’. In questi giorni si sta parlando molto di un progetto ‘di parte’ che riguarda il restauro della torre e in misura quasi trascurabile della petizione per il recupero del sito. Punti di vista, scelte di campo, nulla da obiettare. In questi anni ho seguito l’evoluzione delle discussioni su Madonna di Mare, e devo dire che, come spesso avviene, la ricerca dell’intervento eclatante non è mai venuta meno, dalla ricerca di visibiltà fino alla rivendicazione di una specie di diritto di prelazione derivante da annoso o datato impegno. Ricordo, inoltre, alcune istanze che trovo decisamente e inutilmente velleitarie: inserire il sito di Madonna di Mare nei siti italiani patrimonio mondiale dell’umanità, che in terra italica sono 51… Pie illusioni e nulla più, credo.
Considerata la diffusione sui social, non dovrebbe essere disagevole interpretare quanto segue e che dico per l’interposta persona di quegli “scippecchjanti” che rispondono ai nomi di Giovanni Murano, Francesco Vizza, Pino De Grazia, Francesco Maria De Franco e altri. Forse ora non ci resta che ritirarci in buon ordine, più o meno sparso, magari chiedendo scusa per il disturbo a quello scarso mezzo migliaio di persone che si sono dati la pena di firmare la nostra petizione. Forse era meglio non farlo, chissà… Parlarne ancora è inutile, stantio, parlare per dire solo ciò che è concesso di dire non fa per me, e neanche per voi, miei cari amici… Hanno avuto ragione i non firmatari, quelli che hanno mosso la testa in senso obliquo (capizzijàta) e tirato col naso (naschijàta), domandandosi cosa mai volessero questi quattro scippecchjànti… Un sito di tale rilevanza, un sito che è distintivo di una entità sociale, un sito che è la memoria di una popolazione intera, non può essere oggetto di proposte, da qualunque parte provengano, che si tratti di organizzazioni politiche o di intenzioni di privati cittadini, senza che la comunità interessata non sia coinvolta e sentita… e allora, visto che ormai la querelle sulle modalità di intervento si è scatenata, la mia proposta, di ignoto cirotano e marinoto è semplice semplice: facciamo un referendum, tra nativi e residenti, e vediamo realmente cosa si vuole che venga realizzato e in quale modo. I mezzi per far parlare la gente ci sono, atavica indolenza a parte.
Cataldo Antonio Amoruso
Vorrei precisare che la petizione per la salvaguardia del sito di Madonna di Mare non ha nulla da spartire con il progetto-provocazione presentato dai giovani di Forza Italia. Incredibile ma vero, sui social qualcuno è riuscito a far passare il messaggio che la petizione e quel ‘progetto’ fossero collegati. Bene, dico a chiare lettere che è esattamente il contrario. Se non siamo riusciti a farci capire chiediamo scusa, se qualcuno ha capito diversamente ora spero che tutto sia più chiaro. Basta dare un’occhiata in rete per rendersene conto… Grazie.