Dai registri navali risulta che trasportasse 5mila tonnellate di merci varie, tra cui stoffe, liquori e macchine utensili. Era la motonave mercantile Laura Cosulich, detta «Laura C», che venne silurata il 3 luglio del 1941 dal sommergibile inglese Upholder al largo delle coste di Montebello jonico, nelle acque antistanti Saline Ioniche, mentre era diretta in Africa per rifornire le truppe italiane. Ora il relitto, nel quale si presume fossero presenti più di mille tonnellate di tritolo, è stato posto in sicurezza e reso inaccessibile. Ne ha dato notizia il prefetto di Reggio Calabria Claudio Sammartino illustrando le operazioni effettuate sulla nave che erano state programmate nel corso di numerose riunioni di Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica e, da ultimo, anche presso il ministero dell’Interno. Con il coordinamento della prefettura e d’intesa con il procuratore della Repubblica, i subacquei del Comsubin della Marina Militare, nei mesi di settembre e ottobre, sono stati impegnati nella complessa operazione alla profondità di oltre 50 metri, rimuovendo il materiale esplosivo ancora accessibile, tra cui munizioni e una quantità imprecisata di tritolo «ancora oggi in piena efficienza», e mettendo in sicurezza l’accesso alle stive del relitto.
Il prefetto Sammartino ha evidenziato come l’intervento effettuato sia il risultato di una perfetta intesa operativa e testimonianza dell’incessante attività di prevenzione e contrasto svolta ai diversi livelli istituzionali a protezione dei cittadini e del territorio reggino: «Collaborazione e cooperazione hanno connotato anche quest’ultima operazione». Il prefetto ha poi assicurato che l’attenzione sull’obiettivo è alta e che permangono nella zona l’interdizione all’immersione e un’attività di vigilanza e pattugliamento dello specchio acqueo, con il supporto della Guardia Costiera. Numerose sono state negli anni le operazioni durante le quali le Forze dell’ordine hanno sequestrato ingenti quantitativi di esplosivo provenienti dalla nave. I sub dei clan reggini si immergevano davanti alla spiaggia di Saline per prelevare il tritolo che poi serviva per portare a termine attentati e intimidazioni. L’importanza di aver neutralizzato la santa Barbara della ‘ndrangheta è stata infatti sottolineata dal procuratore della Repubblica di Reggio Calabria Federico Cafiero de Raho, secondo il quale «abbiamo acquisito un grande risultato».