Si è conclusa con questa importante disposizione del Tribunale di Crotone, sezione penale, la quasi odissea giudiziaria, durata circa un decennio, di Nicola Bossa, 34 anni, titolare di un’impresa edile con sede a Melissa, accusato dalla Guardia di Finanza di Crotone i avere evaso imposte per 97 mila euro nel 2007 e per 92 mila euro nel 2008.
In particolare, all’uomo, rinviato a giudizio l’anno scorso e di conseguenza sottoposto a processo davanti al Tribunale penale di Crotone, oltre alla mancata presentazione della dichiarazione dei redditi, era stata contestata anche la distruzione, a suo tempo, di alcune fatture in modo da evitare di pagare le relative imposte.
Ma, come riporta la sentenza datata 25 ottobre scorso, essendosi il processo aperto nel 2015, i reati relativi al 2008 si sono estinti per prescrizione, quindi il procedimento ha esaminato soprattutto il reato di evasione fiscale del 2008 e nelle varie udienze il difensore di Bossa, l’avvocato Giovanni Mauro, ha evidenziato una serie di errori di calcolo della somma evasa dovute al conteggio anche di fatture che non erano state emesse da Nicola Bossa.
E dalle verifiche effettuate dagli stessi finanzieri si è potuto ricalcolare a poco più di 75mila euro la somma evasa nel 2008, quindi al di sotto della soglia di punibilità che, secondo la normativa, è di 77 mila euro. A fronte di ciò il giudice del Tribunale di Crotone, Edoardo D’Ambrosio, ha assolto Bossa dall’accusa di mancata presentazione della dichiarazione dei redditi in quanto non è previsto dalla legge come reato penale.
Riguardo alla distruzione dei documenti, la difesa dell’imprenditore melissese ha fatto rilevare che erano state indicate solo in modo generico e senza citarne le somme, tant’è che il giudice ha poi assolto l’imputato perché il fatto non sussiste.
Il Tribunale di Crotone ha infine disposto la trasmissione degli atti alla Guardia di finanza per le sanzioni amministrative eventualmente applicabili nei confronti di Bossa.