Il rapporto Svimez 2018 ci espone un quadro allarmante in materia di WELFARE in quanto riporta la Calabria agli ultimi posti della classifica nazionale; inoltre ci prospetta una lieve speranza di ripresa economica generale che potrebbe arrivare, ma molto lenta e tanto complessa se non si modificano certi atteggiamenti della politica e non cambiano -ai vari livelli di governo- le modalità di selezione delle priorità dei problemi che interessano i cittadini emarginati, ultimi e senza voce.
Per superare gli atavici problemi di mancata crescita che la Calabria si porta in eredità da tempo necessita ampliare la strada della partecipazione includendo anche gli Enti di Terzo Settore al tavolo della concertazione per accrescere quel contributo di idee e proposte utili a costruire quelle soluzioni praticabili che ci dovranno portare a vivere meglio ed in sintonia con il resto del paese in modo superare le disuguaglianze sociali oggi vistosamente presente nel nostro paese.
Infatti il rapporto Svimez in esame ci rappresenta una situazione di deficit e di arretratezza culturale in materia di Welfare, grave e non più accettabile, in particolare quanto si sottolinea la carenze di servizi sociali alle persone: (sanità, dispersione scolastica, pubblica istruzione, sistema di immissione dal mondo studentesco a quello lavorativo povertà economica e povertà educativa etc.)
Un tracciato certamente possibile di miglioramento ma pieno di difficoltà e pregiudizi -su cui riflettere- che finiscono per penalizzarci ancora in quanto allontanano sempre più la nostra Regione dal resto del paese, progredito e ricco.
Occorre pertanto invertire la rotta e puntare con urgenza e rinnovato coraggio ad una politica di recupero e di prospettiva sociale complessiva che tenga conto delle disuguaglianze sociali presenti per costruire con sollecitudine un sistema regionale di garanzia che punti alla fruizione a tutti di diritti e servizi sociali ritenuti indispensabili come: assistenza sanitaria, pubblica istruzione, sussidi alle famiglie numerose e ai lavoratori disoccupati e a tutti quei cittadini che si trovano nello stato accertato di povertà e bisogno, senza distinzione di età, sesso, ceto sociale e paese di provenienza, nuove politiche per la casa, accesso alle risorse culturali, miglioramento dello stile di vita individuale e collettivo.
Diversamente saremo condannati a ritrovarci sempre di più in coda ad ogni classifica generale di carattere sociale ed economico, alimentando sfiducia nel prossimo quanto nelle forze di rappresentanza sociale e di Governo in offesa alla democrazia e al progresso che richiedono invece partecipazione, collaborazione, responsabilità e impegno nella gestione della res pubblica chiamata a generare giustizia.
Cataldo Nigro
Presidente Regionale Anteas Calabria