In questi giorni si sta scrivendo e dicendo tanto sul tema delle trivelle. Ma poiché qualcuno fa – anche in mala fede- confusione, occorre ribadirlo.
Da quando sono Ministro non ho mai firmato autorizzazioni a trivellare il nostro Paese e i nostri mari e mai lo farò.
Non sono diventato Ministro dell’Ambiente per riportare l’Italia al Medioevo economico e ambientale.
Anche se arrivasse un parere positivo della Commissione Via, non sarebbe automaticamente una autorizzazione. Voglio che sia chiaro.
I permessi rilasciati in questi giorni dal Mise sono purtroppo il compimento amministrativo obbligato di un sí dato dal ministero dell’Ambiente del precedente governo, cioè di quella cosiddetta sinistra “amica dell’ambiente”.
Noi siamo il governo del cambiamento e siamo uniti nei nostri obiettivi. Siamo e resteremo contro le trivelle. Quello che potevamo bloccare abbiamo bloccato. E lavoreremo insieme per inserire nel dl Semplificazioni una norma per bloccare i 40 permessi pendenti come ha proposto il Mise.
Siamo per un’economia differente, per la tutela dei territori e per il loro ascolto.
Anche per questo incontrerò personalmente i comitati Notriv di tutta Italia. Per lavorare insieme a norme partecipate, inclusive e che portino la soluzione che tutti aspettiamo da anni.
ECCO TUTTA LA VERITÀ SULLE TRIVELLE (Sergio Costa)
Ci sono certe bugie che hanno le gambe lunghe. Partono da un blog e finiscono sulle pagine di un giornale teoricamente autorevole. Rimbalzano di chat in chat ma la loro natura non cambia: bugie erano e bugie restano.
Qualche settimana fa un blogger titolava: “Ministero ambiente fa un enorme regalo di Natale ai petrolieri”. E nel pezzo confondeva provvedimenti dati dai precedenti governi con una verifica di ottemperanza di prescrizioni già decretate.
Oggi quel pezzo risulta solo parzialmente rettificato, e l’autore ne risponderà nelle sedi opportune, ma quella notizia errata viene usata in un servizio sull’Espresso, senza alcuna verifica.
LO RIBADISCO ANCORA UNA VOLTA: quelle 18 verifiche di ottemperanza non sono provvedimenti che danno i permessi ad Agip e Eni per trivellare. Semplicemente perchè quei permessi erano già stati dati quando io non ero ancora ministro ma ero “semplicemente” Generale dei Carabinieri Forestali.
L’autore del blog e l’autrice dell’Espresso avrebbero potuto fare una ricerca banale su google per capirne la differenza.
Provo a spiegare e chiedo a tutti voi di aiutarci a veicolare le notizie giuste, di tagliare le gambe a queste bugie.
I 18 provvedimenti sono “ottemperanze”: l’ottemperanza è la verifica della conformità di un progetto soggetto a valutazione di impatto ambientale (VIA) alle prescrizioni previste nel decreto di rilascio della VIA. In sostanza: DURANTE IL GOVERNO PRECEDENTE è stata rilasciata la VIA con delle prescrizioni ambientali.
La commissione tecnica di verifica della Via del ministero dell’Ambiente accerta, con proprio atto, l’avvenuta ottemperanza: è, dunque, una procedura di garanzia, perché le prescrizioni previste nella VIA sono obblighi a carico delle aziende. È un’azione di vigilanza per permessi già accordati nel passato.
Il blogger, dopo una nostra richiesta di smentita ha modificato il pezzo aggiungendo che: “Da un esame più approfondito delle 18 verifiche di ottemperanza positive rilasciate il 10/12/2018, sembra che facciano tutti capo al parere 2714 del 20/04/2017 della commissione tecnica VIA, relativa al monitoraggio della subsidenza nel mare Adriatico”.
Aprile 2017: il governo doveva ancora nascere.
Eppure sull’Espresso si preferisce scrivere di un ministrero pro-trivelle e come prova si aggiunge che abbiamo incontrato l’Eni. Sapete qual è la differenza? Appena insediati abbiamo emanato un decreto trasparenza secondo il quale dal primo settembre TUTTI gli incontri con stakeholders che avvengono al ministero dell’Ambiente sono pubblicati online. Non era MAI successo prima. Grazie a questa agenda la giornalista viene a sapere che il ministero incontra l’Eni. Da questo deduce una permeabilità ai poteri forti.
E ancora: nella costruzione fantasiosa dell’articolo la modifica di una norma che prima consentiva a chi inquinava di non bonificare viene fatta passare per un’azione riparatrice per non finire sui giornali. Insomma, tutto l’articolo è costurito ad hoc per attaccare e colpire.
Siamo consapevoli che il nostro operato sta disturbando certi poteri forti. E siamo fieri del nostro operato. Questo non significa che siamo perfetti. Ma quando ci dipingono come i “signori delle lobby”, allora la nostra risposta deve essere ferma, sostanziale e se ce ne dovessero essere le premesse, procedere per le vie giudiziarie.
Ps. A proposito di un’altra fake news. Leggo questa anticipazione di una interrogazione: “Il ministro dell’Ambiente Sergio Costa e i Cinque stelle vogliono ‘svendere’ il territorio salernitano alle compagnie petrolifere. La commissione Via(valutazione impatto ambientale) del ministero ha dato parere favorevole alle richieste della Shell di effettuare trivellazioni nelle aree di Monte Cavalo, nel vallo di Diano,tra la Campania e la Basilicata”.
Si riferiscono a un’istruttoria nata mesi fa e in corso – non conclusa! – presso la Commissione Via, e io NON ho firmato alcuna autorizzazione a trivellare il Cilento. Se il parlamentare oltre all’annuncio farà arrivare l’interrogazione, la risposta sarà ufficiale e netta.
Psbis: hanno anche scritto di un voltafaccia alla Basilicata per la costituzione in giudizio nel ricorso sollevato dalla Regione contro un progetto di idrocarburi. Ma cosa c’entra!! Parliamo di una costituzione della presidenza del consiglio per conflitto di attribuzioni che è un atto dovuto. Non c’entra niente con i permessi in oggetto che NON abbiamo dato. Anzi!! Proprio a inizio dicembre come Ministro dell’Ambiente
ho deciso di NON concedere l’autorizzazione per prospezioni petrolifere senza la valutazione Via Vas come era stato proposto dal governo Gentiloni! Quello si che sarebbe stata una scorciatoia pro trivelle!