Altri due affreschi rinvenuti nel corso del restauro , questa volta nella chiesa Santa Maria de Plateis, si tratta di due figure: una rappresenta probabilmente un angelo, con tanto di ali, ma con uno scudo ed una lancia o un bastone, forse l’Arcangelo Gabriele, rinvenuto su una colonna lungo la navata laterale di San Francesco , l’altra sulla colonna difronte, l’affresco rappresenta la testa di un bambino con l’aureola. Entrambi gli affreschi presentano la stessa timbra di colori, stessi colore dei capelli sul castano chiaro, stessa colorazione dell’aureola verde acqua, stesso colore del viso di un marroncino molto chiaro, a far pensare che probabilmente appartiene alla stessa mano di artista, e che i due dipinti in qualche modo appartengono alla stessa scena. Gli addetti ai lavori hanno fatto intervenire prontamente la Sopraintendenza nella persona della dottoressa Stefania Argenti che ha fatto un sopralluogo mercoledì scorso, la quale ha assicurato di preservarli ed in futuro restaurarli. La scoperta è avvenuta casualmente mentre venivano rimossi due lastre di marmo pericolanti che erano state apposte sui pilastri- ci ha riferito l’ingegnere che ne esegue i lavori Pasquale Varano, purtroppo prosegue l’ingegnere- per garantire l’aggrappo del legante del marmo sull’intonaco, gli affreschi all’epoca sono stati “martellati”, chiaramente prosegue Varano- bisognerà reperire dei fondi per il restauro che sarà condotto da restauratori autorizzati dalla Soprintendenza. “Gli affreschi sono molto dignitosi ha detto anche l’esperto architetto che ne cura i lavori del restauro Giovanni Ciccopiede, sicuramente più del marmo che li ricopriva, benchè purtroppo molto danneggiati, sono sicurò. conclude- che troveremo i fondi per poterli restaurare, come abbiamo fatto per l’affresco di San Nicodemo. Una vera mattanza dell’arte e della cultura quella rilevata , ma come si può nascondere degli affreschi rovinandoli così col benestare di chi ha permesso un tale scempio solo per sostituirli con dei freddi marmi, anche se gli affreschi ha detto l’architetto sono probabilmente post 800. Stessa sorte era successo nella chiesa di San Giovanni, quando circa quattro anni fa, nel corso del suo restauro, dietro una colonna rivestita di marmo, veniva rinvenuto uno splendido affresco, che successivamente l’architetto Amedeo Lico,(Restauro e Conservazione dei Beni Culturali), attribuì alla figura di San Nicodemo Abate nato a Cirò nel 900, che porta sulla testa una Mitria medievale. Infatti riferì all’epoca l’esperto che si trattava di un affresco risalente ai sec.XI-XII, affresco studiati da esperti della Sopraintendenza che lo analizzarono nei minimi particolari, come la lettera “U” che si trova sul lato destro dell’affresco e che stava ad indicare la vicina sede vescovile di Umbriatico di cui faceva parte Cirò. Mentre il medaglione che porta sul petto, rappresenta il Cristo risorto e non il Cristo Patiens cioè in croce, si tratta aveva detto l’esperto- di una resurrezione poiché il Cristo è circondato da 8 stelle in cielo. Dunque il patrimonio culturale- religioso si arricchisce di tre nuovi affreschi che vanno a sommarsi alla grande potenzialità culturale che Cirò offre, come le numerose chiese disseminate sul territorio ricco di quadri di grandi pittori della scuola napoletana, tra cui Basile e Pisani, e tanti altri pittori medievali ad oggi sconosciuti .