“Senza riforme saremo spazzati via. Per fare le riforme serve tempo e quindi dico si abbia il coraggio di farle”. A sostenerlo in maniera schietta è il vice Segretario del PD Crotonese Giuseppe Dell’Aquila. “Le riforme strutturali delle quali ha bisogno il Paese sono tante ed al tempo stesso importanti per poter far ricrescere l’Italia. Urge un intervento serio e profondo delle quali la politica deve farsi carico e debba avere il coraggio di farle. In questi giorni, il Pd ha messo sul tavolo le riforme che vengono richieste, in primis dall’Unione Europea, fra tutte la legge elettorale che ormai sembra essere condivisa da tutte le maggiori forze politiche presenti in parlamento. Non vale lo stesso discorso per coloro che si professano come i difensori del popolo. A tal proposito ciò che è accaduto alla Camera ha una gravità inaudita. Mi riferisco alla bagarre che i deputati <<onorevole della Repubblica>> facenti parte del M5S hanno messo in atto portando la Presidente della Camera, Boldrini, ad assumere una decisone mai presa nella storia della Repubblica che è coincisa con l’approvazione senza discussione dei provvedimenti all’ordine del giorno. L’ostruzionismo dei deputati 5 stelle segna una pagina nera per la democrazia.
L’antipolitica grillina è sfociata in parlamento mettendo a nudo l’incapacità politica dei tanti <<grilli>>, eletti in maniera poco democratica dal <<popolo delle rete>>, ma magistralmente guidati da un comico che ha un obiettivo ben preciso: portare scompiglio in parlamento, non assumersi le proprie responsabilità politiche e nascondere, al tempo stesso, la loro incapacità a governare. Ciò che è accaduto alla Camera, ritengo, sia da paese sud americano dove la democrazia è poco attuata. Mi fa ribrezzo vedere che le stanze delle istituzioni siano occupate e prese d’assalto da Onorevoli che sembrano scolari adolescenziali alle prese con l’autogestione. La politica, le Istituzioni, sono una cosa seria. Ciò che manca è la serietà di un movimento politico che alle scorse elezioni politiche si è candidato alla guida del paese”. Conclude Dell’Aquila. “Non si può governare un Paese senza la giusta esperienza, non si possono prendere decisioni senza che nessuno si prenda le proprie responsabilità. Offendere il Capo dello Stato, significa offendere un intero Paese. Ritengo, e concludo, che il tempo dell’antipolitica ormai sia alla sua fase discendente così come un movimento nato per sfruttare le debolezze sociali ed economiche dei nostri tempi. E in tutto ciò chi segna il passo è la Politica. Solo il ritorno vero alla politica, con le sue decisione e al tempo stesso delle sue responsabilità, può rendere inoffensivi i populisti ed evitare che i pseudi grillini del domani possono occupare indegnamente scranni, occupati in passato da veri protagonisti della politica di destra, centro e sinistra”.
Dopo aver letto questo articolo mi sono fatto l’idea che Dell’Aquila si riferisca a se stesso quando parla della mancanza “di giusta esperienza”. In pratica augura a se stesso di non diventare mai deputato al Parlamento della Repubblica. D’altronde, il governo Letta è pieno di ministri alla prima esperienza ed i risultati (?) sono tangibili.
In merito alla mancanza di metodo democratico per la scelta dei nominati, il PD ha ben poco da insegnare. Infatti, le primarie sono una farsa per dare una parvenza di democrazia. Ma si tratta solo di parvenza. In primis, manca un’anagrafe degli elettori. Alle primarie lo stesso elettore può esprimere più di una preferenza, basti che cambi città o quartiere. In secundis, Barsani vinse le primarie perché portato dal partito. Non le vinse Bersani ma gliele fece vincere il partito. Tant’è che in quella occasione riservarono l’accesso alle primarie solo ai tesserati (come giusto che sia). Per far vincere Renzi, invece, hanno dovuto modificare il regolamento per consentire a chiunque di esprimere la propria preferenza, anche ai non iscritti. Qualcuno ha mai nutrito dubbi che Renzi diventasse segretario del PD? Non sorprende, dunque, aver visto esponenti di altre forze politiche, addirittura ex deputati, recarsi in frotta al seggio delle primarie.
Infine, siamo sicuri che i politici che professano la politica quella vera, la polis, sanno veramente quello che votano in Parlamento? Su La Stampa di ieri è apparso un articolo (http://www.lastampa.it/2014/01/31/italia/politica/il-vero-scandalo-di-bankitalia-7A3dIlI1pUqQQpGWAlpVEP/pagina.html) che spiega motivazioni e meccanismi di un decreto salva Bankitalia e la cosa bella è che viene spiegato nei dettagli tutte quelle cose che avrebbero dovuto dire i nostri politici per spiegare agli italiani la giustezza di quel decreto (fermo restante che è stato volutamente – e senza avere i caratteri di urgenza – accorpato a quello dell’IMU). Pertanto, il dubbio che non sanno cosa votano è più che lecito. Dubbio suffragato, proprio oggi, dalla lettura di un documento della Bundesbank che spiega ai politici le parole da usare per “far passare al meglio questa pericolosa misura (una patrimoniale), presentandola come una redistribuzione di ricchezza interna, e sulla rapidità necessaria per il successo dell’operazione”. Ecco cosa dimostrano di essere capaci i nostri politici. In fondo, eccezion fatta di pochi esperti, gli altri ne sanno di economia più o meno quanto me, cioè niente.