Ormai, da tempo, è entrato a pieno titolo fra la schiera dei religiosi e religiose cantanti e cantautori. Sto dicendo di don Tonino, dì Mons. Antonio Staglianò di Isola Capo Rizzuto e vescovo di Noto, la città del barocco siciliano. Ormai canta e “predica” dappertutto, in chiesa o in una sala convegni, come nei giorni scorsi presso il Museo del Rock di Catanzaro. E per la verità, tra i prelati non è solo, vi è anche un cardinale, Mons. Lorenzo Baldisseri, Segretario generale del Sinodo, il quale, pur ultrasettantenne, esegue al pianoforte brani scelti di musica classica: Chopin, Puccini, Mascagni e musica brasiliana e spagnola e, in omaggio a papa Francesco, anche alcuni tanghi dell’argentino Astor Piazzolla. L’obiettivo? Sperare che i giovani si appassionino alla musica classica perché è un mezzo per avvicinarsi a Dio. Per il nostro don Tonino l’obiettivo del suo cantare, o meglio della sua cantillazione, non cambia, cambia solo il genere musicale: il pop. Già, perché Staglianò preferisce “la buona novella pop”, predicare non tanto e non solo attraverso salmi e pagine del Vangelo ma soprattutto attraverso le canzonette che non le vede come superficiali, anzi, “i testi delle canzonette conosciute dai ragazzi, nella misura in cui intercettano dimensioni dell’umano dell’uomo, appartengono di diritto al Vangelo e alla predicazione”.
Da Shakespeare, Platone e Saint Exupery fino a Nek, Rocco Hunt e Arisa. Catechesi canterina di mons. #Staglianó pic.twitter.com/hmRjpXO7WC
— Salvatore Cernuzio (@SalvoCernuzio) 18 luglio 2016
E perché, secondo il vescovo di Noto, “i testi moderni, le canzoni ripropongono il messaggio cristiano rapportato alla vita, alla sofferenza e ai cambiamenti della società.” Insomma evangelizzare attraverso la musica, le canzoni di Renato Zero, Nek, Noemi, Gaber, Battiato, Vecchioni ed altri. Sicuramente un efficace metodo di predicazione. E don Tonino, anche poeta, non solo canta ed interpreta altri autori, scrive anche testi suoi e il tutto raccolto in un libro dal titolo preso a prestito da un testo vincitore del Festival di Sanremo di Marco Mengoni, “Credo negli esseri umani”, edito dalla Rubbettino di Soveria Mannelli. Perchè questo libro, perché questo titolo? Ce lo spiega lo stesso don Tonino secondo il quale “viviamo in una società dell’ipermercato, dove il potere sventra le coscienze e nella quale neppure la Chiesa riesce ad esercitare il suo ruolo; una società dominata da logiche consumistiche e da piaceri egoistici. Il nostro compito, al contrario, è quello di ritornare a credere nell’essere umano, così come Dio crede in noi, scegliere cosa voler diventare, scegliere l’umanità piuttosto che la violenza..” E attraverso la musica, le “canzonette” andiamo incontro a “quel messaggio d’amore che può renderci capaci di comprendere ciò che siamo e ritornare ad assomigliarci per scampare al disastro di una società in perenne caduta.” Di tanto, durante una piacevolissima serata, don Tonino ci ha deliziato, il 18 luglio, sul sagrato della settecentesca chiesa dell’Immacolata nel centro storico di Crotone. Uno spettacolo tra fede e musica, offerto dal vescovo cantante accompagnato da Giorgio Barozzi al pianoforte, Sandro Cretella al basso e Davide Calabretta alle percussioni.
La Musica è l’espressione universale del Sentimento più intimo dell’animo umano. Essa è celebrazione dell’incontro, il desiderio di relazionarsi con sé stesso e con gli altri e, nel nostro caso più specifico, conferisce maggiore forza comunicativa: aiuta ad accogliere la Parola di Dio e a provare una salutare commozione. Ascoltando musica, infatti, ci eleviamo spiritualmente e ci commoviamo perché Lei sa parlare direttamente al Cuore deli Uomini, senza distinzione di Età o di Colore sociale, di Razza o di Religione. Essa infiamma gli Animi, li colma di nobili Sentimenti, suscitando vibrazioni emozionali positive.
Ben venga, quindi, questo metodo di leggere i Salmi, di predicare il Vangelo e la Buona Novella.
Grazie e Auguri da Palma Barletta.
Cutro, li 21/07/2016