E’ questo il messaggio trasmesso agli studenti del liceo Diodato Borrelli da Roberto Vecchioni, non da cantautore arcinoto, ma da vecchio professore di latino e greco, da poeta e da scrittore, da intellettuale insomma. Un uditorio attento, affascinato e calamitato dai suoi racconti, dalla sua narrazione profonda e coinvolgente, non banale e scontata, da una persona intimamente innamorata e appassionata della sua formazione culturale, delle sue basi costruite in un liceo classico, non semplicemente basi scolastiche, ma basi per la vita. Roberto Vecchioni, qui a Santa Severina, ha vestito i panni di uno sponsor di eccezione degli studi umanistici, un grande e convinto assertore e promotore di un preciso orientamento scolastico, spargendo e infondendo, con le sue parole, il fascino delle opere classiche e del mito, lui che ad undici anni ha cominciare a studiare il greco, di notte, di nascosto, a letto, su di un libro del padre. “E’ una strada in salita, quella del liceo classico, e forse voi sarete gli ultimi rappresentanti di quelli che sanno veramente com’era fatto il mondo. Il primo significato del verbo studiare è amare. Tutto quello che vi stiamo trasmettendo, rivolgendosi ai giovani studenti, non è nato con la rivoluzione industriale, con l’illuminismo o con altro, ma dal Mediterraneo. Il mondo nasce nel Mediterraneo, ha detto Vecchioni. La vita, tutto quello che abbiamo, le interrelazioni, le comunicazioni, le idee, le parole, la costruzione delle parole, le radici, viene da questo mondo fantastico che è il Mediterraneo. Il senso della vita è nel mito e nella costruzione del mito. E noi calabresi siamo greci, siamo il fulcro, l’essenza del mondo. E’ inutile fare i chimici o altro, se non sappiamo da dove veniamo. Bisogna allargare la visione, perché il mondo si divide in due verbi:servire e giovare. In un mondo in cui tutti fanno ciò che serve e restano a loro volta asserviti, è vitale che esista ancora qualcuno che pensi a cosa invece ci giovi. Ed il liceo classico deve essere il baluardo della cultura del cuore, di chi non fa perché serve, piuttosto perché giova. Il liceo classico ha una marcia in più, forma un uomo, le difese di un uomo, ti dà una forma mentis portata alla logica, di fronte ad un mondo di prevaricazioni. Senza cultura non si va da nessuna parte. Quante volte diamo importanza a cose che domani non ci saranno più e nessuna importanza, invece, a cose eterne, perché non importa quanto si vive, ma con quanta luce dentro. L’uomo è il riflesso della donna. Il mare degli uomini è sempre burrascoso, mentre quello delle donne è dolce e sereno”, condividendo la scritta in greco sulle magliette dei ragazzi “Nessuno è libero se non è padrone di se stesso”. Una lectio magistralis ricca di umanità e di professionalità, intercalata da sue canzoni interpretate dai ragazzi del liceo, ai quali la dirigente scolastica Antonella Ferrazzo ha raccomandato di essere sempre “orgogliosi e curiosi di andare a ricercare, perché questa curiosità vi aprirà la porta alla conoscenza”. Alla riuscitissima manifestazione, voluta e curata dalla professoressa Maria Concetta Ammirati, oltre che gli studenti e i docenti del liceo Borrelli, hanno partecipato, tra gli altri, anche la prof.ssa Stefania Mancuso dell’Università della Calabria, che ha sottolineato come “l’attuale si confonde e si interseca con l’antico”, Rosanna Barbieri coordinatrice dell’Ufficio Scolastico di Crotone, i sindaci Lucio Giordano di Santa Severina, Carmine Barbuto di S.Mauro Marchesato, Vincenzo Pugliese di Roccabernarda, il capitano Marco D’Angelo comandante della Compagnia di Petilia Policastro, oltre a numerosi docenti e professionisti dei paesi della provincia.
Carmelo Colosimo